Non basta la periferia. Ci si concede le strade arancioni, il sapore di notte che si inflette tra il palato e la lingua e che inumidisce gli occhi in un assordante vuoto che riempie i polmoni. Il marciapiede umido, talvolta bagnato, accompagna il passo e lo sguardo nell’esperienza continua di un ambiente a cui manca una gravità. I condomini paiono fare a spallate per differenziarsi l’un l’altro, e più si accostano più si omologano in una danza perpetua che non lascia scampo all’omonimia e all’anonimato.

Cammino senza pensare con la testa pesante di certezze e di sensazioni che appartengono a un mio vissuto passato, ma che nel presente si concretizzano e mi costringono in una realtà conosciuta, nonostante la veda adesso per la prima volta. La periferia mi accompagna silenziosa nella sua solitudine, ho una direzione che sembra perdersi nella verità di un luogo che non può avere altro scopo che condurmi nell’unico posto in cui mi interessa andare perché non reagirebbe a nessun altro interesse. Le macchine passano sporadiche, i loro fanali balenano su ciò che mi circonda cogliendone i falsi particolari, l’alienazione di un ambiente che di sé non ha nulla da raccontare. Così lampante, così vano, lo sforzo di possedere un sapore di cui è nata priva.Passi in lontananza. Nulla più di un’ombra. Il lascito solitario di un’esperienza passata, non condivisa, di cui avrei voluto far parte ma è troppo tardi, nulla da dire, nulla da vedere, nulla da concedere a un rapporto inesistito. Continua il flusso del mio cammino, fluido nella foschia dei lampioni discontinui, nei frammenti degli ampi viali vuoti e delle auto fredde di condensa. Il buio è vuoto di aspettative, si muove dentro la mia curiosità assente, la riempie di nulla, la svuota di tutto, accompagna un viaggio sensoriale intorpidito nella dolcezza dell’inevitabilità.Procedo solo. Un torpore stimola le mie sensazioni a riconoscere un affetto. Mi sento a casa, non vorrei essere altrove, sono arrivato in un non-luogo, un bacino di desideri, prospettive e ambizioni perse in quindici metri di calcestruzzo e balconi a braccetto. La periferia è una sensazione, nulla di più.