B. Munari, “Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale”, Laterza, 1998
Tra i grandi libri di Munari, questo è quello che forse maggiormente rende felici i lettori per la leggerezza incantata con cui li porta a scoprire che saper progettare non è dote esclusiva e innata di pochi. C’è in ognuno di noi una creatività che Munari in queste pagine aiuta a sviluppare e a mettere in luce.
C. Norberg-Schultz, “Genius loci”, Electa, 1992
L’autore percorre una serie di città e di esempi per proporre un’inedita fenomenologia dell’architettura, un racconto di come il luogo, naturale o artificiale che sia, ha un proprio spirito, un proprio carattere — il genisu del luogo — che racconta di sé e del suo passato.
B. Munari, “Fantasia”, Laterza, 1977
Munari ci proietta nell’universo della Fantasia, quella forza che guida l’immaginazione verso il nuovo e il possibile. Ci prende per mano, spiegandoci come sfruttarla al meglio e insegnarla nelle scuole dell’infanzia. Un libro pedagogico da destinarsi in ogni scuola del mondo, per dare a tutti i mezzi di esprimersi.
S. Okada, “I miei progetti, la mia archiettura.”, Electa , 2009
Francesco Dal Co ci introduce al Maestro dell’architettura Giapponese Satoshi Okada. Si racconta il complesso di temi e ragioni che sottende le sue opere, dove si può apprezzare l’eleganza e la severa semplicità che accompagnano la narrazione dell’autore. Nella lettura dei progetti di Okada colpisce la vocazione all’intaglio, la sensibilità spaziale,e la sua capacità unica di dialogare con la storia giapponese.
A. Bassi, “Design anonimo in Italia”, Electa, 2007
Una carrellata di grandissimi esempi di ottima e funzionale progettazione, una serie di evergreen del design industriale rigorosamente firmata da… nessuno. Bassi percorre la storia del design nato dalla necessità, dall’esperienza, dal savoir-faire ma che non ci ha lasciato nessun autore, nessun progettista noto.
C.Ratti, “Architettura Open Source”, Einaudi, 2014
Dal passato al futuro le strategie progettuali partecipate, dal nucleo embrionale di Ledoux passando ai fallimenti dell’architettura “sociale” degli ultimi 20 anni per arrivare all’avvento di internet e alle grandi possibilità che questo offre coadiuvato dai FabLab e istituzioni simili. Un libro necessario per capire cosa potrebbe essere l’architettura e la progettazione, per tenersi al passo in modo divertente e leggero. Ratti, senza grandi parole o concetti astrusi, ti proietta in un modo di pensare innovativo e generoso, ricco di spunti e utopie concrete.
M. Romano, “La città come opera d’arte”, Einaudi, 2008
La città europea è da sempre l’ambiente della civitas democratica occidentale, dove sono cresciuti i diritti umani e le libertà. Per questo i muri dell’urbs sono stati immaginati con la pretesa di offrire una prospettiva di eternità nella quale radicare le speranze terrene e riconoscersi pienamente come cittadini. Il degrado delle periferie europee, i cui abitanti sono privati della loro appartenenza alla civitas è uno dei disastri del Novecento. L’Europa è stata capace di risollevarsi dalle sbandate per i totalitarismi, salvata dall’antica radice democratica della civitas, ma non sembra ancora avviata a rigenerare con altrettanta consapevolezza la consolidata figura dell’urbs.
A. De Botton, “Architettura e felicità”, Guanda, 2008
Forse lo si da per scontato, o forse non ci si pensa proprio, ma lo spazio attorno a noi influenza in modo forte e permanente il modo di vivere, di pensare e provare emozioni. Così come un paesaggio naturale bellissimo ed incontaminato ci regala attimi di estasi, altrettanto può fare uno spazio costruito, un’Architettura. De Botton indaga quale sia la vera portata del vivere a contatto con l’Architettura, quando essa risulta essere bella, e come questo vivere cambi il nostro modo di vedere e provare le cose.
W. Jones, “Architects’ Sketchbook”, L’ippocampo, 2011
Pochi scritti, tante immagini. Grandi studi hanno contribuito con i loro render e schizzi di progetto per dare la vita a questa raccolta che mostra quali sono i primi risultati dei processi creativi degli architetti e costituisce fonte di ispirazione per gli studenti a venire.
Tamassociati: R.Pantaleo, M.Gerardi e L.Molinari, “Architetture resistenti. Per una bellezza civile e democratica”, Becco Giallo, 2013
Una giornalista viene obbligata dai suoi caporedattori a compiere una prova impossibile: intervistare l’architettura. E da qua, attraverso disegni semplici, incastrati e tricromatici di un fumetto “leggero”, parte un’avventura alla scoperta delle architetture che in Italia hanno avuto un valore sociale forte, narrandoci la loro storia e la loro importanza.
S.Giedon, a cura di C.Olmo, “Breviario di architettura”, Bollati Boringhieri, 2008
Siegfried Giedion è uno dei padri teorici dell’architettura moderna e fondatore del CIAM. Questo libro è la summa del suo pensiero. La ricerca di una nuova monumentalità, l’urbanistica, l’unione olistica delle arti, un nuovo regionalismo… sono vari gli argomenti su cui si sofferma esprimendo il proprio pensiero. Scritto nel 1958, da leggersi in qualunque anno per capire lo spirito che ha rivoluzionato la concezione stessa dell’architettura e per prendere coscienza di alcuni nodi che ancora non si sono sciolti del tutto.
B. Munari, “Design e comunicazione visiva”, Laterza, 1993
Munari, abile scrittore, divide in due parti questo trattato: la prima sezione contiene un diario-racconto sulle metodologie didattiche delle lezioni tenute da Munari ad Harvard nel 1967. La seconda indaga sui meccanismi della progettazione grafica e del design. All’interno vi si trova la concettualizzazione e la precisazione di tutte le tecniche che utilizzano i progettisti. Spiegati in modo esaustivo ma semplice le tecniche di rappresentazione si scoprono piano piano elementari e parte stessa del bagaglio genetico dell’umanità intera.
V. P. Mosco, “Nuda Architettura”, Skira editore, 2012
La dialettica travolgente dell’autore conduce il lettore ad apprezzare la poetica e la verità strutturale che caratterizza la ricerca degli architetti presentati. Nudità come demascheramento dei volumi, nudità come concetto tettonico espressivo, la coerenza intrinseca tra un edificio e il suo modo di resistere alla gravità rappresenta il tema cardine dell’indagine di Mosco, che affascina e convince.
J. Pawson, “Minimum”, Phaidon editore, 1996
John Pawson ci spiega in che modo un oggetto non sia più “migliorabile procedendo per sottrazione”. Il libro vuole essere la celebrazione di una ricerca applicata a qualsiasi aspetto dell’esistenza, dall’architettura alla vita quotidiana. Ad un saggio esplicativo dell’autore seguono capitoli fotografici suddivisi nelle morfologie strutturanti la sostanza del “minimum”, trascendendo i concetti di categoria, scala e storia.
M. Levy e M. Salvadori, “Perché gli edifici cadono”, Bompiani editore, 1997
Un libro inusuale nel suo genere, ha l’ambizione di voler soddisfare sia un pubblico professionale sia uno estraneo alla materia. Il risultato è sorprendente. Si susseguono le storie dei crolli dei più celebri edifici del passato, utilizzando un linguaggio semplice sempre ricco di dettagli che tiene col fiato sospeso il lettore.
Archea Associati, “Cantina Antinori. Cronistoria della costruzione di un nuovo paesaggio”, Forma edizioni, 2012
Come sostenuto da Marco Casamonti, “cantine Antinori è un progetto che non si vede, ma serve per vedere”. Il volume racconta le ragioni e l’esecuzione di un intervento studiato al dettaglio nel suo rapporto col paesaggio. Le fotografie e i dettagli concorrono egualmente a svelare un nuovo modo di intervenire in luoghi con un’identità forte e consolidata nel tempo.
C. Brandi, “Teoria del restauro”, Einaudi, 2000
Cesare Brandi sigilla in un piccolo volume l’essenza di un concetto di “restauro” che risulta la versione definitiva e più colta dell’interpretazione della materia. L’autore descrive con una forte struttura teorica l’atteggiamento che il restauratore dovrebbe assumere e ne scolpisce la coscienza tra le contingenze della consapevolezza storica e della comprensione estetica dell’opera d’arte. Un libro che dovrebbe essere nella biblioteca di qualsiasi professionista.
P. C. Pellegrini, “Architettura e Progetti”, Skira editore, 2007
Una raccolta di opere di un architetto che fa dell’umiltà e dell’approccio artigianale due capisaldi del proprio lavoro. Nella lettura si apprezza sia la sua sensibilità ad intervenire nel costruito, sia nell’utilizzo sapiente del linguaggio contemporaneo, interpretando il ruolo di architetto Italiano nella sua versione più aulica, quella di chi vede nella ricchezza della storia un’occasione di dialogo.